Anime in guerra

Il quadro storico del romanzo è quello della Seconda Guerra Mondiale e l’azione si dipana dall’8 settembre 1943 fino a giugno del 1944 tra Napoli, Salerno, Avellino, in particolare una zona montuosa e periferica della provincia irpina, Potenza, Foggia, Bari e Brindisi. Tutto si compie in dieci mesi decisivi per la storia nazionale. I personaggi che si muovono in tale tragico contesto vivono, istante dopo istante, le angosce e le speranze caratteristiche di tale periodo, nel quale si chiudeva ineludibilmente un’epoca, sia pure tra distruzione e povertà diffusa, e se ne apriva al contempo un’altra segnata, nel prosieguo, da un ottimismo direttamente proporzionale al pessimismo degli anni precedenti. Poiché il fondo, in tutti i sensi, era stato toccato, tutto quel che sarebbe accaduto in seguito sarebbe potuto essere soltanto di segno positivo e tale consapevolezza, pur latente nell’intelletto latente collettivo, invogliava a rimboccarsi le maniche per ricostruire innanzitutto se stessi e quindi una coscienza comunitaria ed ancora gli ambienti urbani pesantemente colpiti dai bombardamenti e dai reciproci cannoneggiamenti: nei fatti in quei frangenti, segnati da episodi di quotidiano eroismo espresso da personaggi affatto comuni nelle loro aspettative esistenziali di una tranquilla normalità, si iniziava a ricostruire, in una sola parola, il futuro, inteso come l’intero complesso delle vicende a venire. Le vicende dei personaggi, che assumono valore emblematico, costituiscono in qualche modo le fondamenta ideologiche dell’edificio democratico nel quale oggi viviamo. Il romanzo, dunque, vuole essere anche un tributo a quanti ci hanno preceduto e che ci hanno lasciato una storia esemplare alla quale dovremmo sempre riferirci nelle scelte collettive e individuali.